La mediazione è uno strumento che rappresenta di per sé un valore educante ed autoeducante, significativo nel percorso di crescita e responsabilizzazione di una persona. Infatti, l’elemento significativo, più volte sottolineato dalla Dottoressa Anna De Vanna (psicologa, psicoterapeuta e mediatrice familiare), è che l’intervento ha come centralità quella di restituire la dignità personale, persa e violata nelle diverse manifestazioni del conflitto.
Decidere di avvalersi della mediazione ha un grande valore, in quanto ciascuno dei due mediati, sicuramente con fatica e dolore, accetta di intraprendere, insieme all’altro, un percorso in cui rimettersi in discussione, ridare fiducia all’altro e ascoltarsi reciprocamente, in modo più autentico.
In questo modo, il mediatore ha la possibilità di aiutare i protagonisti della loro storia ad affrontare, in uno spazio protetto e condiviso, nel rispetto dei tempi di ciascuno, le zone emotive più difficili, così da fornire loro una concreta possibilità di ritrovare un “comune”, da cui partire per raggiungere un obiettivo importante.
Non si tratta, molto spesso, di riappacificazione o riconciliazione, bensì del raggiungimento di un nuovo equilibrio personale, soprattutto nell’interesse dei figli e delle relazioni in generale.
Il percorso inizia con colloqui individuali e separati tra il professionista e ciascuna persona.
Tali colloqui sono importanti per una valutazione delle esigenze e bisogni specifici, così da porre le basi per i successivi incontri congiunti tra le parti in conflitto.
Gli incontri di mediazione hanno una frequenza di appuntamenti di una volta ogni due settimane; inoltre la fine del percorso è scandita dai protagonisti stessi, nonché dallo stato emotivo di ciascuno.